


Un Maestro
moderno e contemporaneo a Fiesole
Raffaele fa parte di un'importante famiglia di artisti di origine ispano svizzera (figlio di Xavier e di Julia Chamorel, scrittrice ginevrina; nipote di Antonio e fratello di Caterina). Tuttora vive e lavora nella grande casa nella campagna di Fiesole dove è nato nel 1945.
Raffaele già negli anni '60 suona il sassofono con John Cage, si lega in amicizia con Chiari, Pignotti e Miccini. Fino al 1964 fa esperienze da autodidatta: costruisce robot con materiali di scarto per poi passare alla scultura di grandi uccelli e pesci in legno e metallo. Dalla metà degli anni '70 si dedica solo alla pittura. Con Giovanni Ragusa e Giuseppe Gattuso lo Monte vive un lungo sodalizio artistico, minimo per numero ma denso in quanto a produzione artistica.
Tra gli anni '80 e '90 Philippe Daverio da forma al gruppo degli "etruschi" che oltre Raffaele e Ragusa comprende anche Sheppard Greig, Frances Lansing, Mattew Spander, Maro Gorky e Roberto Barni.
E' dal 1973 che Raffaele ha riadottato la tradizione della pittura e del disegno, con un'idea di continuità ininterrotta dai primi segni magici tracciati dagli abitanti delle caverne alle nuove storie che l'artista contemporaneo si propone di raccontare. Piccoli quadri fitti di azioni, oggetti e di ironia: la pittura diventa protagonista di se stessa, e appare ben più trasgressiva di qualsiasi altra forma artistica contemporanea. Il dipingere e il disegnare dimostrano di essere un'esigenza reale e irrinunciabile, dove è automaticamente ripudiato il concetto di novità, apparso per decenni l'unico lasciapassare di un moderno progresso culturale. Dice Raffaele in un'intervista rilasciata alcuni anni fa: " il progresso sociale e il progresso nell'arte non sono due cose uguali, altrimenti non ci potrebbe piacere l'arte dei Faraoni o ancora meno quella di Altamira".
Le sue opere sono viaggi favolosi e magici dove sono concentrare avventure, ricordi d'infanzia o balocchi, tutti riassunti nel breve spazio di un foglio o di una piccola tela. Lavora con libertà e ironia, utilizzando il capriccio e la fantasia perché l'arte non si esprime attraverso regole prefissate e non è frutto di teorie. Una trama di ricordi, visioni e simboli, ricostruita in un cosmo rimpicciolito al massimo: memoria da custodire nel palmo di una mano, piccolo amuleto da portare con sé.